La storia della Canapa negli USA
Per lungo tempo gli Stati Uniti – a diferenza degli altri Paesi – ebbero una produzione di Canapa insufficiente a coprire il fabbisogno necessario al poderoso avanzamento del suo nascente capitalismo. le industrie americane erano costrette a importarla dall’estero, situazione che era considerata un serio ostacolo per lo svilupo economico del Paese. La Canapa era cosi importante, che vedeva impegnati nella sua coltivazione con le loro imprese agricole anche due illustri presidenti americani.
George Washington
George Washington era al secondo mandato e nel frattempo continuava a occuparsi delle cinque aziende agricole di sua prioprietà. Il primo presidente della storia statunitense inviò una lettera al direttore che gestiva le tenute in sua assenza:
New York, Stati Uniti. 24 febbraio 1794
“sono felice che il giardiniere sia riuscito a salvare tanti semi di Canapa indiana,
preparate per bene il terreno e poi piantatela in aprile, la Canapa può essere piantata in ogni luogo”
Thomas Jefferson
Anche Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, era un imprenditore agrario. Egli riteneva la coltivazione della Canapa cosi importante da impegnarsi personalmente nella costruzione del primo macchinario capace di separarne meccanicamente le fibre. Non ci dovrebbe stupire quella definizione enunciata da Thomas Jefferson della canapa come:
“coltivazione essenziale al benessere e alla protezione del Paese”.
Cannabis terapeutica
Nel 1860 si svolse in Ohio la prima conferenza mondiale sulla Cannabis terapeutica e nella seconda metà del XIX secolo furono oltre cento gli articoli scientifici sul tema pubblicati nel mondo.
La Cannabis entrò cosi nella farmacopea ufficiale di tutti gli Stati. Ogni anno decine di navi salpavano dall’India alla volta dei porti dell’Occidente cariche di infiorescenze pronte a essere transformate e commerciate principalmente sotto forma di oli e sciroppi.
I rimedi a base di Cannabis venivano pubblicizzati su quotidiani e riviste. il $ ottobre 1862 sul settimanale Vanity Fair comparve la pubblicità delle caramelle a base di Hashish, definite un “trattamento per il nervosismo e la malinconia e uno stimolante piacevole e innocuo” .
Le afflizioni contro le quali i cannabinoidi erano regolarmente prescritti erano davero numerose. L’Enciclopedia analitica di medicina pratica pubblicata nel 1924 li raccomandava per insonnia, melanconia, delirium tremens, tettano, rabbia, rinite allergica, bronchite, tubercolosi polmonare, tosse, morbo di Parkinson, mal di testa, emicrania, affaticamento degli occhi, menopausa, nevralgie, ulcera gastrica,neuropatie, mancanza di appetito, diarrea, vertigini, palpitazioni cardiache, impotenza maschile ecct.
La curiosa legge della Virginia
Le industrie americane si vedevano costrette a importare la Canapa dall’estero, situazione che era considerata un serio ostacolo per lo svilupo del Paese. In molti Stati vennero messo a punto delle leggi per favorirne la coltivazione, a volte perfino in maniera coercetiva. Ad esempio, nel 1619 venne promulgata dal governo della Virginia una legge che ordinava a tutti i possessori di terre di destinare una parte degli appezzamenti alla semina di Canapa. Misure analoghe furono intraprese negli anni seguenti anche in Massachusetts e Connecticut. Si andò avanti così per decenni, con tanto di ulteriori strette repressive nei periodi di maggior penuria di materie prime, come tra il 1763 e il 1767, quando in Virginia il mancato rispetto della legge sulla coltivazione della pianta divenne addirittura un reato penale passibile di arresto.
Proprio così: c’è stato un tempo in cui a rischiare il carcere per Cannabis non era chi lo coltivava bensì chi si rifiutava di farlo!
Cannabis & Cinema stars
Molti Stati hanno legalizzato la Cannabis e tanti sono gli imprenditori agricoli. Questa pianta ha stregato anche una star dell cinema, che oltre a recitare è anche un fiero coltivatore. Si tratta del famoso attore Jim Belushi con il suo Belushisfarm.
tratto dal libro “Canapa una storia incredibile” di Matteo Gracis
Commenti recenti